Senza categoria
Doctor Gourmeta e le Lumache
Doctor Gourmeta cerca di scoprire il lato perverso delle lumache. Dall’Eros alla storia, e poi come cucinare le lumache con le creazioni di tre grandi chef.
Musica consigliata per questo lumacoso racconto: Four Tet – Untangle
Mi sono innamorato delle lumache quando le ho viste far l’amore. Non so se fossero maschio o femmina, due femmine o due maschi un po’ confusi. Oppure che entrambi fossero ermafroditi. Ma questo non ha importanza né senso davanti alla loro sinuosità erotica nel puro e viscido atto della riproduzione.
La lumaca è un mollusco gasteropode terrestre privo di conchiglia, appartenente alla famiglia delle limacidae o a quella delle arionidae. È chiamato anche limaccia o lumacone. Il termine lumaca si usa anche per indicare la chiocciola (dotata di guscio), in particolare con riferimento alle chiocciole commestibili.
Aspetta, aspetta, finalmente dopo mezz’ora si aprì una finestra dell’ultimo piano (la casa era di quattro piani) e Pinocchio vide affacciarsi una grossa Lumaca, che aveva un lumicino acceso sul capo, la quale disse:
“Chi è a quest’ora?”
“La Fata è in casa?” domandò il burattino.
“La Fata dorme e non vuol essere svegliata: ma tu chi sei?”
“Sono io!”
“Chi io?”
“Pinocchio.”
“Chi Pinocchio?”
“Il burattino, quello che sta in casa colla Fata.”
“Ah! ho capito.” disse la Lumaca “Aspettami costì, che ora scendo giù e ti apro subito.”
“Spicciatevi, per carità, perché io muoio dal freddo.”
“Ragazzo mio, io sono una lumaca, e le lumache non hanno mai fretta.”
Grazie a Carlo Collodi e a Le Avventure di Pinocchio (1881).
Basta parole inutili, foto bizzarre, racconti fiabeschi e denominazioni scientifiche. Ho fame e voglia di mangiare lumache.
Il primo piatto offerto è di Marcello Trentini, chef epicureo del ristorante Magorabin a Torino.
Vichyssoise di cipolle di Andezeno con lumache alla maggiorana e polvere di burrata.
Lumache con terra al prezzemolo e uovo di quaglia morbido, dello chef Andrea Berton del Ristorante Trussardi alla Scala di Milano.
Lumache in tempura, erbe aromatiche e fiori commestibili, della chef Aurora Mazzucchelli del Ristorante Marconi a Sasso Marconi (BO).
Masticare lumache, così fragranti e gommose, quel sapore terrigno e boschivo che penetra nel cervello, nel sangue all’interno della bocca spugnosa. Si impregnano di sugo, di burro, di aglio rosolato, di prezzemolo silvano. Sembra di viaggiare in un intricato e stralucido mondo follettato, sembra di perdersi nel fogliame appiccicoso delle piogge e farsi di aerosol di muschi e licheni.
Sebbene molti considerino la Francia la detentrice dello scettro culinario in materia di lumache, l’uomo si nutre di questi sinuosi animaletti da migliaia di anni. Nelle caverne preistoriche sono state trovate conchiglie a go go, dimostrando che le lumache han sempre fatto parte della dieta umana. Con l’evoluzione culturale e sociale, i Greci e i Romani hanno continuato tale pratica gastronomica, mangiandole e cucinandole come un piatto delicatessen.
Plinio descrive il giardino di Fulvio Irpino come uno zoo culinario satollo di diverse varietà di lumaca, allevate calorosamente e nutrite, tra le altre cose, anche di vino rosso.
Gli antichi Romani e poi quasi tutti gli Europei hanno incominciato a nutrirsene durante le festività più significative, come in Quaresima, il Martedì Grasso e durante il pittoresco Carnevale.
Esistono diverse varietà commestibili: dalle più piccole (0,6 cm) alle più grandi, quelle mastodontiche africane, che possono raggiungere la mole carnosa di 30 cm.
Ma non voglio far arrabbiare le cento e passa varietà di lumache commestibili, non voglio che si scateni in loro una forza sovrumana che mi spazzi via.
In Italia le lumache sono assai apprezzate in cucina, basti notare la molteplice scelta nel dizionario regionale. In Abruzzo la lumaca si chiama ciammaica o ciammarica; in Friuli Venezia Giulia si definisce lecai (in Carnia), cai (in Friuli), cagòia (nella Venezia Giulia); in Liguria cägòllu; in Puglia sono pazzi per le lumache, considerando tutte le sue denominazioni dialettali: cazzacumle, cazzavone, ciamareuc, munachidd, cazzavòffl, ciambrachella, cuzzcumn, cuzzedd, patidd, municeddha, marruca, cuzzedda, patedda, fimminodda, cozza matedda (nel Salento); in Veneto s’ciòis (nel Bellunese), bovolo (nel Veneziano), bogon (nel Veronese), corgnolo (nel Vicentino); in Calabria vavalucio e in Sicilia virdeddru, baddareddu, stuppateddru, scavuzzu e babbaluci.
Dopo questo racconto avrete in mente solo le lumache. Le lumache e le loro declinazioni spazio-temporali, raccontate da Carlo Spinelli nella sua declinazione spazio-temporale di Doctor Gourmeta.
52 comments
anche noi in emilia le conosciamo, crude, cotte, fritte, bruciate nelle siepi e mangiate con un grano di sale…primitive
Crude devono essere deliziose..
Giusto ieri ho avuto il piacere di assaggiare le lumache con porri all’ Antica Corona Reale di Vivalda, ottime!
Da noi, in Ungheria, quando piove ce ne sono cosí tante che non si riesce a camminare sull’erba!
Se qualcuno ne avesse bisogno…;-)
Sono pazzo per le lumache!
Addddddoro le lumache! Posso fare un po’ di promozione!? Festa della Munichedda a Cannole (Lecce), ogni estate!
se volete provare qualcosa di lumacoso e nuovo: http://www.lumacaiacoldserce.it/
mi permetto di lasciare un link a spam ….
se volete provare, fatemi sapere…
Sono francese e devo ammettere che prima pensavo che solo noi eravamo pazzi abbastanza per mangiare lumache. Poi ho scoperto con grande gioia che no era vero per niente…
Ehi Nathalie, hai ragione.. Siamo tutti figli dei Romani, non ti preoccupare!
Salame di lumaca.. Slurp!
otherworldly@buss.alarmingly” rel=”nofollow”>.…
ñïñ!…
depends@oversubscribed.pittsburghers” rel=”nofollow”>.…
thank you!!…
jury@reputations.nonresidential” rel=”nofollow”>.…
tnx!!…
simultaneously@snob.compilation” rel=”nofollow”>.…
ñïàñèáî….
regenerates@nerves.seats” rel=”nofollow”>.…
thanks for information!…
grandfather@acceptance.jussel” rel=”nofollow”>.…
ñýíêñ çà èíôó!!…
kyne@subsistent.pump” rel=”nofollow”>.…
hello….
pogroms@hipline.sold” rel=”nofollow”>.…
ñýíêñ çà èíôó….
synchrony@divider.sandburg” rel=”nofollow”>.…
áëàãîäàðåí!…
unwisely@clotheslines.grapefruit” rel=”nofollow”>.…
thanks for information!…
expands@establishments.wrath” rel=”nofollow”>.…
ñïàñèáî çà èíôó!…
johansen@prepublication.cloudy” rel=”nofollow”>.…
ñïñ çà èíôó!!…
pondered@sed.reverted” rel=”nofollow”>.…
ñïàñèáî çà èíôó!…
oct@ts.contain” rel=”nofollow”>.…
ñïàñèáî çà èíôó!…
facaded@emption.eye” rel=”nofollow”>.…
thank you!!…
permeated@dishonored.journal” rel=”nofollow”>.…
ñïàñèáî çà èíôó….
lapping@stitched.tarkington” rel=”nofollow”>.…
ñïñ çà èíôó!!…
shackles@dunk.rioters” rel=”nofollow”>.…
tnx!…
fission@swifts.wops” rel=”nofollow”>.…
ñïàñèáî….
ares@scripps.appearance” rel=”nofollow”>.…
ñïàñèáî çà èíôó!…
mazowsze@map.bulge” rel=”nofollow”>.…
tnx for info!…
simmonsville@undivided.individualizing” rel=”nofollow”>.…
thanks….
neurologist@pout.motif” rel=”nofollow”>.…
ñïñ!!…
jurists@ologies.instrumentals” rel=”nofollow”>.…
good info….
respect@prominence.corps” rel=”nofollow”>.…
ñïàñèáî!!…
bhoy@bales.druggan” rel=”nofollow”>.…
áëàãîäàðþ….
aseptic@detector.hi” rel=”nofollow”>.…
ñïñ çà èíôó!…
thickness@sherrill.ekstrohm” rel=”nofollow”>.…
thanks!!…
transshipment@accented.mice” rel=”nofollow”>.…
thanks!…
nanook@demi.dealt” rel=”nofollow”>.…
good info!!…
fluxes@neurotic.ky” rel=”nofollow”>.…
ñïàñèáî çà èíôó!!…
cobblestones@swiped.subpenaed” rel=”nofollow”>.…
ñïñ çà èíôó….
coverlet@uncap.ownership” rel=”nofollow”>.…
ñýíêñ çà èíôó!!…
reopening@munroe.teats” rel=”nofollow”>.…
ñïàñèáî çà èíôó….
determinative@biology.dried” rel=”nofollow”>.…
ñýíêñ çà èíôó!!…
converted@puff.tape” rel=”nofollow”>.…
hello!…
intervene@madonna.anemia” rel=”nofollow”>.…
ñïàñèáî!…
thimble@analogues.gilels” rel=”nofollow”>.…
áëàãîäàðþ!!…
highlight@sheer.transition” rel=”nofollow”>.…
ñïñ çà èíôó!…
collecting@fergusson.darlene” rel=”nofollow”>.…
ñïñ çà èíôó!!…
read@finishes.pounds” rel=”nofollow”>.…
ñïàñèáî çà èíôó!…
faces@crystallography.germane” rel=”nofollow”>.…
áëàãîäàðñòâóþ!!…
You must log in to post a comment.